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Discarica di Valle, rischio inquinamento

Segnalato dall’Arpa dopo un sopralluogo. La giunta sfida il patto di stabilità e decide di fare la gara per sigillare l’area

di Martina Milia Le piogge dei mesi scorsi hanno “gonfiato” la discarica di Vallenoncello e il pericolo che il percolato fuoriesca sul terreno e inquini l’area è alto. A dirlo è stata la stessa Arpa, agenzia regionale di protezione dell’ambiente, all’amministrazione comunale, dopo un sopralluogo nell’area dismessa. Una patata bollente per il Comune che, pur avendo chiuso la discarica nel 2007 e avendo deciso di fare i lavori di sigillatura e bonfica quattro anni fa, è rimasta inchiodata dal patto di stabilità che – una volta reperite messe a bilanciole risorse – non ha permesso di impegnarle. E, stando alle regole finanziarie, non permetterebbe nemmeno oggi di spenderle. Deroghe non sono ammesse. Nonostante questo l’amministrazione comunale ha deciso di “sfidare” i vincoli preferendo affrontare una sanzione amministrativa – nella ipotesi, folle, che i lavori venissero contestati sotto il profilo finanziario – piuttosto che una sanzione penale per danno ambientale. «In una recente riunione con l’Arpa, alla presenza del sindaco – conferma Nicola Conficoni – abbiamo deciso di procedere comunque con la gara d’appalto integrato per affidare il progetto esecutivo e i lavori in modo da accelerare i tempi e rimuovere il problema. Crediamo che i rischi di danno ambientale siano una ragione plausibile per anteporre l’opera ai vincoli del patto di stabilità».

Nel bilancio Gea 2010 si prevedevano – in attesa dell’autorizzazione necessaria per le bonifiche – i lavori già nel 2011. Nel bilancio 2012 la giunta aveva stanziato la posta di 1,5 milioni di euro per fare l’intervento di sigillatura e di impermeabilizzazione della ormai ex discarica. Quei fondi, però, non erano risultati sufficienti e così l’amministrazione ha messo a bilancio altri 300 mila euro. E se nel 2012 ha contratto il mutuo per fare i lavori, nel 2013 si è trovata a fermare tutto per il patto di stabilità: i vincoli imposti agli spazi finanziari per gli investimenti non permettevano di andare a gara. La situazione non è mutata, ma ciò che è mutato è il pericolo per l’ambiente che deriva dal mancato completamento dell’opera. Da qui l’accelerazione a sette anni, comunque, dalla chiusura dell’impianto. Assurdità per assurdità, come aveva spiegato lo stesso assessore Conficoni in consiglio comunale, la mancata sigillatura della discarica ha comportato fino a oggi oneri maggiori di gestione e controllo del percolato e quindi un aggravio dei costi per l’amministrazione. Sforando il patto di stabilità, insomma, il Comune otterrà un beneficio ambientale e pure economico: un vero paradosso tutto italiano.

Il Messaggero Veneto

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